CIRCOLARE
N. 33/2000
Direzione Generale degli Affari
Generali e del Personale Divisione
VII COORDINAMENTO ISPEZIONE DEL LAVORO
Oggetto: Programmazione
dellattività di vigilanza.
1. Premessa
A seguito del decreto del
Ministro del lavoro del 3 aprile 2000 contenente la direttiva per lattività
istituzionale emanata ai sensi dellart.14 del D.Lgs. n.29/93 e successive
modificazioni e integrazioni ed in esito agli incontri organizzati dalla scrivente con
tutti i Dirigenti delle Direzioni Regionali del lavoro, è emersa la necessità di
delineare particolari linee programmatiche per una più incisiva azione ispettiva che
tenga conto di determinate priorità e strategie di intervento.
In particolare, si rende opportuno dare attuazione ad una programmazione
dellattività di vigilanza che realizzi interventi organici e mirati e che sviluppi
il coordinamento e lintegrazione con altri organi di controllo.
Ciò anche in considerazione del Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro,
approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 maggio u.s. e relativo alla necessità di
definire una politica per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro che coordina
lintervento delle diverse amministrazioni competenti, anche in attuazione degli
impegni assunti con Carta 2000.
Per tali fini, nella stessa individuazione dei settori a rischio operata nelle riunioni
ricordate si è tenuto conto della configurazione socio-economica del Paese, dalla cui
analisi sono emerse le priorità da osservarsi in sede di programmazione di interventi
ispettivi mirati.
Lesito di tale ricognizione consente di dare speciale rilievo a determinati settori
di intervento, sia da parte di codesti Uffici nella programmazione periodica
dellazione di vigilanza, che in sede di coordinamento delle attività a livello
centrale.
Così, in parallelo con lordinaria azione di controllo nei settori individuati nel
corso delle riunioni, si dovrà procedere allattuazione della programmazione degli
interventi nei settori e secondo le linee di indirizzo di seguito indicate.
In particolare, nelle ipotesi in cui sarà posta in essere unattività di vigilanza
integrata, dovranno essere seguite le indicazioni operative dettate con lettera circolare
dell11 aprile 2000, secondo quanto stabilito dalla Commissione Centrale di
coordinamento dellattività ispettiva e di controllo degli adempimenti fiscali,
contributivi e di sicurezza nei luoghi di lavoro istituita con D.M. 23/9/99.
2. Settori di intervento
2.1.1. Edilizia.
Appare opportuna una
programmazione di attività di vigilanza con particolare riguardo alla materia della
prevenzione infortuni ed igiene del lavoro.
Nel settore delledilizia, infatti, si verifica diffusamente limpiego
irregolare di manodopera con rapporti fittizi di lavoro autonomo e si realizza una
larghissima violazione non solo degli obblighi contributivi, ma anche delle più
elementari norme in materia di sicurezza.
In particolare, si dovrà porre maggiore attenzione al fenomeno della edilizia in economia
"in proprio", nel quale si registra, oltrechè unevasione contributiva
totale, una totale elusione della normativa di igiene e sicurezza.
Al riguardo, necessita lo studio di apposite metodiche ispettive finalizzate
allindividuazione dei cantieri abusivi (ad es. attraverso il controllo dei consumi
abnormi di energia elettrica).
Utili indicazioni potranno, peraltro, provenire dalla Circolare di questo Ministero, n. 40
del 31/03/98, nonchè dalla Direttiva del Ministro n. 72103/G/86/263 del 30/07/99.
2.1.2. Appalti.
Presenta problematiche peculiari
il settore degli appalti pubblici, in particolare per quanto concerne i rapporti tra
committenti ed appaltatori e tra questi ultimi ed i subappaltatori.
Particolare rilievo assumono in materia gli impegni assunti da Governo, Regioni e parti
sociali volti ad assicurare, tra laltro, il rispetto di adeguati standards di
sicurezza.
Per tali motivi, lattività ispettiva dovrà contribuire in modo più incisivo
allattuazione della tutela civilistica, tendendo ad un coinvolgimento del
committente nelle tematiche riguardanti la sicurezza, la regolarità contributiva e
contrattuale ed evidenziando il vincolo di solidarietà che unisce appaltatore e
subappaltatore.
In particolare, va richiamata lattenzione sulla possibilità, attribuita al
committente dal nostro ordinamento, di esperire azioni contrattuali nei confronti
dellappaltatore qualora il medesimo si renda inadempiente agli obblighi
convenzionali in senso stretto, previdenziali, nonché a quelli previsti in materia di
sicurezza.
Maggiori indicazioni operative sono state dettate in proposito con la circolare n.26 del
21 aprile 2000.
2.2. Agricoltura.
Va ricordato in primo luogo il
persistere in tale ambito del fenomeno del lavoro sommerso, che, in determinate regioni,
concretizza la grave problematica che riguarda lo sfruttamento di lavoratori mediante i
cosiddetti caporali.
Va segnalato, inoltre, che il fenomeno dellillegalità assume in tali evenienze le
più diverse forme e connotazioni, quali, ad esempio, quella delle pseudo-cooperative che,
dietro lapparenza di associazioni finalizzate alla fornitura di servizi alle aziende
agricole che ne facciano richiesta, camuffano il subdolo fenomeno del
"caporalato".
Dalle notizie recentemente pervenute a questa Direzione Generale sembra emergere che il
fenomeno in parola si sta estendendo ben al di là dei territori tradizionalmente
coinvolti ed anche in altri settori.
Lattività di programmazione degli interventi in materia può giovarsi delle
indicazioni provenienti dallOsservatorio sul lavoro in agricoltura, creato proprio
con funzioni di indirizzo e coordinamento delle attività di vigilanza nel settore. Tenuto
conto, pertanto, dei risultati positivi dellazione di controllo svolta nel corso del
1999 e di quanto stabilito dal predetto Osservatorio, saranno seguite le metodologie
dettate a ciascuna Direzione Regionale interessata con note del marzo scorso.
2.3.Pubblici esercizi.
In questo ambito ed in
particolare nel campo della ristorazione è riscontrabile il ricorso rilevante a
manodopera, spesso di provenienza extracomunitaria, irregolare e/o clandestina.
Anche in considerazione dellattuale avvenimento del Giubileo, che sta incrementando
lattività lavorativa in tutto il Paese e soprattutto nelle zone ad alto interesse
turistico, è opportuno potenziare ed indirizzare lazione di controllo soprattutto
nella direzione dellemersione del lavoro nero.
2.4. Industria
metalmeccanica.
Il fenomeno di irregolarità più
diffuso in tale settore appare quello dellinterposizione, che investe soprattutto le
piccole aziende di facchinaggio, le quali svolgono, in realtà, unazione di
intermediazione con riferimento a prestazioni rese da lavoratori che di fatto operano in
modo esclusivo per limpresa metalmeccanica in attività ad esse proprie.
In molti casi, poi, la stessa attività lavorativa non si limita allo svolgimento di mere
prestazioni di facchinaggio, ma si inserisce nello stesso ciclo produttivo
dellimpresa (es. lavori di magazzino).
Al riguardo si reputa opportuno intensificare lattività di verifica delle
autorizzazioni che sono state rilasciate in merito.
2.5. Formazione
professionale dei lavoratori.
Occorre premettere che
lattività di vigilanza in questo settore che si esplica in una serie di
controlli gestionali sulla realizzazione di progetti di formazione approvati e posti in
essere da operatori pubblici e privati trae origine dalla considerazione che
allorgano ispettivo compete istituzionalmente la funzione di vigilanza per la
corretta applicazione della legislazione lavoristica, che comporta anche lanalisi e
la verifica del rapporto di lavoro in tutti i settori di attività e, dunque, anche nel
settore della formazione, il quale è nondimeno soggetto a forme di impropria
utilizzazione di figure professionali e/o di dissimulazione di rapporti di lavoro
subordinato.
Attesa, pertanto, la delicatezza
dellattività di vigilanza in materia, che investe lerogazione di fondi
pubblici, nazionali e comunitari, occorre promuovere una migliore organizzazione degli
uffici affinchè possa essere intensificata e resa maggiormente efficiente la stessa
attività di controllo.
In particolare, considerato il
consistente intervallo di tempo occorrente per la completa definizione di una verifica
rendicontuale finale, va incentivato lo strumento delle visite in itinere, che, tra
laltro, facilitando sensibilmente la predetta rendicontazione finale, costituisce un
importante momento di prevenzione degli abusi e irregolarità nonché di informazione
allutenza, ai soggetti attuatori ed agli allievi con indubbio miglioramento del
complessivo sistema della formazione professionale anche solo rispetto alla corretta
utilizzazione dei finanziamenti pubblici.
In ordine, poi,
allorganizzazione dellUfficio nella sua articolazione delle varie aree e per
un miglior utilizzo delle unità ispettive nel particolare settore di cui trattasi, non si
può non tener conto delle indicazioni già fornite dalla scrivente con circolare n.8 del
27.01.00 e lettera circolare n.629 del 6.04.00.
3. Linee di indirizzo
Nellambito
dellattività di vigilanza nei settori suindicati, occorrerà tener conto di alcune
linee di indirizzo, da seguirsi con priorità non solo nei settori prima segnalati, ma in
genere nellordinaria attività degli uffici, anche in sede di vigilanza integrata o
congiunta, e secondo le indicazioni provenienti dalla Commissione Centrale di
coordinamento dellattività ispettiva e di controllo degli adempimenti fiscali,
contributivi e di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Particolare attenzione dovrà essere posta per assicurare lobiettivo
dellemersione del lavoro nero e della lotta a forme irregolari di sfruttamento della
manodopera - secondo quanto specificato dalla recente direttiva del Ministro - con
particolare riferimento al lavoro minorile e allimpiego di lavoratori
extracomunitari clandestini.
In generale e al fine di raggiungere ununiformità di indirizzo e di esecuzione
nellambito regionale e per favorire la realizzazione di ispezioni che effettivamente
tengano conto delle esigenze permanenti o contingenti delle varie zone, dovrà essere
intensificata lazione di coordinamento degli interventi ispettivi in capo
alle Direzioni Regionali del lavoro.
Si sottolinea a questo proposito che tale attività di coordinamento, dovrà tener conto
e, se del caso, sollecitare le indicazioni e i suggerimenti provenienti anche da organi
esterni allAmministrazione (Enti previdenziali, Guardia di finanza, Autorità locali
di pubblica sicurezza, etc.), in tal modo ponendosi secondo quanto specificato
nella lettera circolare del 10 marzo 2000 e, più in generale, con circolare n.35/99 -
come strumento efficace per ottenere una omogeneità di metodologie ispettive e per
verificare direttamente a livello locale la concreta attuazione delle direttive
ministeriali nonché lapplicazione delle norme di comportamento da seguire
nellespletamento dellattività interna ed esterna.
Allo scopo poi di ottenere un più adeguato monitoraggio su tutto il territorio nazionale
delle varie forme di lavoro irregolare e sommerso, dovranno essere adottate determinate e
particolari iniziative che, fin dallinizio, consentano di evidenziare le priorità
di azione, mediante una adeguata e sollecita ricezione e registrazione delle richieste
di intervento.
Si richiama lattenzione a tal proposito sulla necessità di considerare richieste di
intervento solo le denunce acquisite dufficio nonché quelle che pervengono da Enti,
organizzazioni sindacali o di categoria, non dovendosi ritenere tali tutte le denunce
anonime, salvo quanto ricordato nella circolare n.8/00.
Ulteriori iniziative nella direzione della celerità e dellefficienza dovranno
essere adottate dagli uffici periferici per evitare la giacenza di rapporti in attesa
dellemissione delle relative ordinanze. Si dovrà quindi organizzare larea
competente in modo da realizzare rapidamente lo smaltimento dellarretrato e
levasione delle pratiche correnti (cfr. circ. n.8/00). Ancora nella direzione
dellefficienza e delleconomicità di azione, massimo impulso dovrà essere
dato allo scambio di informazioni e di notizie con organi della stessa o di altre
amministrazioni.
In attuazione poi degli impegni assunti con Carta 2000 e in riferimento al Piano
straordinario per la sicurezza sul lavoro in premessa ricordato - finalizzati entrambi al
miglioramento delle condizioni di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro primaria
importanza ed attenzione dovrà essere posta allo scopo di creare una vera e propria cultura
della sicurezza.
Potranno essere assunte, al riguardo, nellambito di ogni Regione e Provincia,
iniziative locali che coinvolgono le parti sociali, oltrechè lAssessorato alla
Sanità, lINAIL e le Camere di commercio.
Quanto sopra detto sembra consentire di rendere più efficace ed incisiva la stessa
programmazione dellattività di vigilanza nei settori suindicati, tenuto conto anche
della tendenza verso la flessibilizzazione del rapporto di lavoro e della conseguente
necessità di una qualificata azione di controllo.
LA DIRETTRICE GENERALE
Dr.ssa Paola Chiari
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