DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
23 marzo 1998, n. 139
Regolamento recante norme
per la revisione dei criteri di accatastamento dei fabbricati rurali, a norma
dell'articolo 3, comma 156, della legge 23 dicembre 1996, n. 662.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'articolo 87, comma
quinto, della Costituzione;
Visto l'articolo 3, comma 156, della legge 23 dicembre 1996, n 662, con
il quale è stata disposta, la revisione dei criteri di accatastamento dei fabbricati
rurali;
Visti i commi 1 e 3 dell'articolo 9 del decreto-legge 30 dicembre 1993,
n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, che
disciplinano rispettivamente la costituzione del catasto dei fabbricati e i criteri di
riconoscimento della ruralità ai fini fiscali;
Visto l'articolo 3, comma 154, della legge 23 dicembre 1996, n. 662,
con il quale è stata disposta la revisione generale delle zone censuarie, delle tariffe
d'estimo, della qualificazione, classificazione e classamento delle unità immobiliari e
dei relativi criteri, nonché delle commissioni censuarie;
Visto il regolamento per la conservazione del nuovo catasto terreni,
approvato con regio decreto 8 dicembre 1938, n. 2153;
Visto il regolamento per la formazione del nuovo catasto edilizio
urbano, approvato con decreto del Presidente della Repubblica I' dicembre 1949, n. 1142;
Visto l'articolo 2 della legge 5 dicembre 1985, n. 730, recante
disciplina dell'agriturismo;
Vista la legge 31 gennaio 1994, n. 97, che reca nuove disposizioni per
le zone montane;
Visto Il decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 agosto 1969,
adottato in attuazione dell'articolo 13 della legge 2 luglio 1949, n. 408, e pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 218 dei 27 agosto 1969, che individua le
caratteristiche delle costruzioni di lusso;
Visto il decreto del Ministro delle finanze 23 dicembre 1992,
concernente l'organizzazione interna del Dipartimento del territorio, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 6 del 9 gennaio 1993;
Visto l'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione
consultiva per gli atti normativi, nell'adunanza dei 20 ottobre 1997;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio del Ministri, adottata
nella riunione del 9 gennaio 1998;
Visto il parere della Conferenza unificata Stato-città ed autonomie
locali reso, ai sensi dell'articolo 9, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.
281, in data 5 febbraio 1998;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 27 febbraio 1998;
Sulla proposta dei Ministro delle finanze;
E M A N A
il seguente regolamento:
Art. 1.
Norme per l'accatastamento
1. Per l'accatastamento delle
nuove costruzioni riconosciute rurali in base ai criteri previsti dall'articolo 2 si
applicano le disposizioni per la conservazione del catasto dei terreni.
2. Per l'accatastamento delle nuove costruzioni prive dei requisiti di
ruralità di cui all'articolo 2, ovvero delle costruzioni già
censite al catasto terreni per le quali non sussistono i
suddetti requisiti, si applicano le disposizioni per la conservazione del catasto edilizio
urbano.
3. Ai fini inventariali, le unità immobiliari già censite al catasto
edilizio urbano non sono oggetto di variazione qualora vengano riconosciute rurali, ai
sensi dell'articolo 2.
4. Le costruzioni rurali costituenti unità immobiliari destinate ad
abitazione e loro pertinenze vengono censite autonomamente mediante l'attribuzione di
classamento, sulla base dei quadri di qualificazione vigenti in ciascuna zona censuaria.
5. Le costruzioni strumentali all'esercizio dell'attività agricola
diverse dalle abitazioni, comprese quelle destinate ad attività agrituristiche, vengono
censite nella categoria speciale "D/ 10 - fabbricati per funzioni produttive connesse
alle attività agricole", nel caso in cui le caratteristiche di destinazione e
tipologiche siano tali da non consentire, senza radicali trasformazioni, una destinazione
diversa da- quella per la quale furono originariamente costruite.
6. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 5 si applicano fino
all'entrata in vigore delle nuove discipline per la costituzione del catasto dei
fabbricati, di cui all'articolo 9, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557,
convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994 ' n. 133, e per la
qualificazione, classificazione e classamento delle unità immobiliari, di cui alFarticolo
3, comma 154, della legge 23 dicembre 1996, n. 662.
Art. 2.
Criteri di riconoscimento della
ruralità ai fini fiscali
1. L'articolo 9, comma 3, del
decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, in legge 26
febbraio 1994, n. 133, è così sostituito:
"3. Ai fini del
riconoscimento della ruralità degli immobili agli effetti fiscali, i fabbricati o
porzioni d fabbricati destinati ad edilizia abitativa devono soddisfare le seguenti
condizioni:
a) il fabbricato deve essere posseduto
dal soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno,
ovvero dall'affittuario del terreno stesso o dal soggetto che ad altro titolo conduce il
terreno cui l'immobile è asservito o dai familiari conviventi a loro carico risultanti
dalle certificazioni anagrafiche o d soggetti titolari di trattamenti pensionistici
corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura o da coadiuvanti iscritti come
tali ai fini previdenziali;
b) l'immobile deve essere utilizzato quale
abitazione dai soggetti di cui alla lettera a), sulla base di u titolo idoneo,
ovvero da dipendenti esercitanti attività agricole nell'azienda a tempo indeterminato o a
tempo determinato per un numero annuo di giornate lavorative superiore a cento, assunti
nel rispetto della normativa in materia di collocamento ovvero dalle persone addette
all'attività di alpeggio in zone di montagna;
c) il terreno cui il fabbricato è asservito
deve aver superficie non inferiore a 10.000 metri quadrati e essere censito al catasto
terreni con attribuzione di reddito agrario. Qualora sul terreno siano praticate colture
specializzate in serra o la funghicoltura o altra coltura intensiva, ovvero il terreno è
ubicato in comune considerato montano ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 31
gennaio 1994, n. 97, il suddetto limite viene ridotto a 3.000 metri quadrati;
d) il volume di affari derivante da attività
agricole del soggetto che conduce il fondo deve risultare superiore alla metà del suo
reddito complessivo, determinato senza far confluire in esso i trattamenti pensionistici
corrisposti a seguito dì attività svolta in agricoltura. Se il terreno è ubicato in
comune considerato montano ai sensi della citata legge n. 97 del 1994, Il volume di affari
derivante da attività agricole del soggetto che conduce il fondo deve risultare superiore
a un quarto del suo reddito complessivo, determinato secondo la disposizione del periodo
precedente. Il volume d'affari dei soggetti che non presentano la dichiarazione ai fini
dell' I.V.A. si presume pari al limite massimo previsto per l'esonero dall'articolo 34 del
decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633;
e) i fabbricati ad uso abitativo, che
hanno le caratteristiche delle unità immobiliari urbane appartenenti alle categorie A/1
ed A/8, ovvero le caratteristiche d lusso previste dal decreto del Ministro dei lavori
pubblici 2 agosto 1969, adottato in attuazione dell'articolo 13 della legge 2 luglio 1949,
n. 408, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 118 del 27 agosto 1969, non
possono comunque essere riconosciuti rurali.
3-bis. Ai fini fiscali deve riconoscersi
carattere rurale alle costruzioni strumentali alle attività agricole di cui all'articolo
29 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Deve, altresì, riconoscersi carattere rurale alle
costruzioni strumentali all'attività agricola destinate alla protezione delle piante,
alla conservazione dei prodotti agricoli, alla custodia delle macchine, degli attrezzi e
delle scorte occorrenti per la coltivazione, nonché ai fabbricati destinati
all'agriturismo.".
Art. 3.
Rilevanza dei criteri di
accatastamento e di ruralità
1 . Le disposizioni di cui al
presente regolamento rilevano ai soli fini catastali e fiscali.
Art. 4.
Norma finale
1. Le disposizioni del
presente regolamento che fissano funzioni e competenze di organi amministrativi
dell'amministrazione statale e degli enti locali cessano di essere efficaci, qualora
incompatibili, dalla data di decorrenza dell'esercizio da parte delle regioni e degli enti
locali delle funzioni in materia conferite in attuazione delle deleghe contenute nel capo
1 della legge 15 marzo 1997, n. 59.
Il presente decreto, munito
del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi
della Repubblica italiana. E fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di
farlo osservare.
Dato a
Roma, addì 23 marzo 1998
SCALFARO
PRODI, Presidente del
Consiglio dei Ministri
VISCO, Ministro delle finanze
Visto, il Guardasigilli: FLICK
Registrato alla Corte dei conti il 24 aprile 1998
Atti di Governo, registro n. 113, foglio n. 12
NOTE
AVVERTENZA:
Il testo delle note qui
pubblicato è stato redatto ai sensi dell' art. 10, comma 3, del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente
della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con
D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni
di legge alle quali è operato il rinvio. Restano invariati, il valore e l'efficacia degli
atti legislativi qui trascritti.
Note alle premesse:
- Il testo dell'art. 87, comma
5, della Costituzione italiana è il seguente:
"Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i
regolamenti".
- Il testo
dell'art. 3, comma 156, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, è il seguente:
" 156.Con uno o più regolamenti da emanare ai sensi dell'art. 17,
comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, è disposta la revisione dei criteri di
accatastamento dei fabbricati rurali previsti dall'art. 9 del decreto-legge 30 dicembre
1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, tenendo
conto del fatto che la normativa deve essere applicata soltanto all'edilizia rurale
abitativa con particolare riguardo ai fabbricati siti in zone montane e che si deve
provvedere all'istituzione di una categoria di immobili a destinazione speciale per il
classamento dei fabbricati strumentali, ivi compresi quelli destinati all'attività
agrituristica, considerando inoltre per le aree montane l'elevato frazionamento fondiario
e l'elevata frammentazione delle superfici agrarie e il ruolo fondamentale in esse
dell'agricoltura a tempo parziale e dell'integrazione fra più attività economiche
per la cura dell'ambiente. Il termine del 31 dicembre 1995, previsto dai commi 8, primo
periodo, e 9 dell'art. 9 del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, e successive modificazioni è
ulteriormente differito al 31 dicembre 1997".
- Il testo
dell'art. 9, commi 1 e 3, del D.L. 30 dicembre 1993,, n. 557, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n . 133, è il seguente:
"1. Al fine di realizzare un'inventario completo ed uniforme del
patrimonio edilizio, il Ministero delle finanze provvede al censimento di tutti i
fabbricati o porzioni di fabbricati rurali e alla loro iscrizione, mantenendo tale
qualificazione, nel catasto edilizio urbano, che assumerà la denominazione di
"catasto dei fabbricati". L'amministrazione finanziaria provvede inoltre alla
individuazione delle unità immobiliari di qualsiasi natura che non hanno formato oggetto
di dichiarazione al catasto. Si provvede anche mediante ricognizione generale del
territorio basata su informazioni derivanti da rilievi aerofotografici".
"3. Ai fini del riconoscimento della ruralità degli immobili agli
effetti fiscali, i fabbricati o porzioni di fabbricati devono soddisfare le seguenti
condizioni:
a) il fabbricato deve essere posseduto dal
soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno, ovvero
detenuto dall'affittuario del terreno stesso o dal soggetto che ad altro titolo conduce il
terreno cui l'immobile è asservito o dai familiari conviventi a loro carico risultanti
dalle certificazioni anagrafiche;
b) l'immobile deve essere utilizzato, quale
abitazione o per funzioni strumentali all'attività agricola, dai soggetti di cui alla
lettera a), sulla base di un titolo idoneo, ovvero da dipendenti esercitanti attività
agricole nella azienda a tempo indeterminato o a tempo determinato per un numero annuo di
giornate lavorative superiore a cento, assunti nel rispetto della normativa in materia di
collocamento;
c) il terreno cui il fabbricato è asservito
deve avere superficie non inferiore a 10.000 metri quadrati ed essere censito al catasto
terreni con attribuzione di reddito agrario. Qualora sul terreno siano praticate colture
specializzate in serra, ovvero la funghicoltura, il suddetto limite viene ridotto a 3.000
metri quadrati;
d) il volume di affari derivante da attività
agricole del soggetto che conduce il fondo deve risultare superiore alla metà del suo
reddito complessivo. Il volume di affari dei soggetti che non presentano la dichiarazione
ai fini dell'imposta sul valore aggiunto si presume pari al limite massimo di cui all'art.
34, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633;
e) i fabbricati ad uso abitativo, che hanno le
caratteristiche delle unità immobiliari urbane appartenenti alle categorie A/1 ed A/8,
ovvero le caratteristiche di lusso previste dal decreto del Ministro dei lavori pubblici 2
agosto 1969, adottato in attuazione dell'art. 13 della legge 2 luglio 1949, n. 408, e
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 218 del 27 agosto 1969, non possono comunque essere
riconosciuti rurali.
- Il testo dell'art. 3, comma
154, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, è il seguente:
"154. Con uno o più regolamenti, da emanare ai sensi dell'art.
17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, al fine dell'aggiornamento del catasto e
della sua gestione unitaria con province e comuni, anche per favorire il recupero
dell'evasione, è disposta la revisione generale delle zone censuarie, delle tariffe
d'estimo, della qualificazione, classificazione e classamento delle unità immobiliari e
dei relativi criteri nonché delle commissioni censuarie, secondo i seguenti principi:
a) attribuzione ai comuni di competenze in ordine
all'articolazione del territorio comunale in microzone omogenee, secondo criteri generali
uniformi. L'articolazione suddetta, in sede di prima applicazione, è deliberata entro il
31 dicembre 1997 e può essere periodicamente modificata;
b) individuazione delle tariffe d'estimo di reddito
facendo riferimento, al fine di determinare la redditività media ordinariamente
ritraibile dalla unità immobiliare, ai valori e ai redditi medi espressi dal mercato
immobiliare con esclusione di regimi legali di determinazione dei canoni;
c) intervento dei comuni nel procedimento di determinazione
delle tariffe d'estimo. A tal fine sono indette conferenze di servizi in applicazione
dell'art. 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241. Nel caso di dissenso, la determinazione
delle stesse è devoluta agli organi di cui alla lettera d);
d) revisione della disciplina in materia di commissioni
censuarie. La composizione delle commissioni e i procedimenti di nomina dei componenti
sono ispirati a criteri di semplificazione e di rappresentatività tecnica anche delle
regioni, delle province e dei comuni;
e) attribuzione della rendita catastale alle unità
appartenenti alle varie categorie ordinarie con criteri che tengono conto dei caratteri
specifici dell'unità immobiliare, del fabbricato e della microzona ove l'unità è
sita".
- Il testo
dell'art. 2, della legge 5 dicembre 1985, n. 730, è il seguente:
"Art. 2. - Per attività agrituristiche si intendono
esclusivamente le attività di ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori
agricoli di cui all'art. 2135 del codice civile, singoli od associati, e da loro familiari
di cui all'art. 230-bis del codice civile, attraverso l'utilizzazione della propria
azienda, in rapporto di connessione e complementarità rispetto alle attività di
coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento del bestiame, che devono comunque
rimanere principali.
Lo svolgimento di attività agrituristiche, nel rispetto delle norme di
cui alla presente legge, non costituisce distrazione della destinazione agricola dei fondi
e degli edifici interessati.
Rientrano fra tali attività:
a) dare stagionalmente ospitalità, anche in
spazi aperti destinati alla sosta di campeggiatori;
b) somministrare per la consumazione
sul posto pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri, ivi compresi
quelli a carattere alcolico e superalcolico;
c) organizzare attività ricreative o culturali
nell'ambito dell'azienda. Sono considerati di propria produzione le bevande e i cibi
prodotti e lavorati nell'azienda agricola nonché quelli ricavati da materie prime
dell'azienda agricola anche attraverso lavorazioni esterne".
- Il testo
dell'art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, è il seguente:
"2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio di Stato, sono emanati i
regolamenti per la disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta di legge
prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi della Repubblica, autorizzando
l'esercizio della potestà regolamentare del Governo, determinano le norme generali
regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle norme vigenti, con effetto
dall'entrata in vigore delle norme regolamentari".
Note all'art. 1:
- Per il testo dell'art. 9,
comma 1, del D.L. 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26
febbraio 1994, n. 133, si rinvia alle note alle premesse.
- Per il testo
dell'art. 3, comma 154, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, si rinvia alle note alle
premesse.
Note all'art. 2.
- Il testo
dell'art. 1, comma 3, della legge 31 gennaio 1994, n. 97, è il seguente:
"3. Quando non diversamente specificato, le disposizioni della
presente legge si applicano ai territori delle comunità montane ridelimitate ai sensi
dell'art. 28 della legge 8 giugno 1990, n. 142. Ai fini della presente legge, per
"comuni montani" si intendono "comuni facenti parte di comunità
montane" ovvero "comuni interamente montani classificati tali ai sensi della
legge 3 dicembre 1971, n. 1102, e successive modificazioni" in mancanza della
ridelimitazione".
- Il testo
dell'art. 34 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, come sostituito dall'art. 5 del D.Lgs. 2
settembre 1997, n. 313, reca al comma 6:
"6. I produttori agricoli che nell'anno solare precedente hanno
realizzato un volume d'affari non superiore a cinque milioni di lire, costituito per
almeno due terzi da cessioni di prodotti di cui al comma 1, sono esonerati dal versamento
dell'imposta e da tutti gli obblighi documentali e contabili, compresa la dichiarazione
annuale fermo restando l'obbligo di numerare e conservare le fatture e le bollette
doganali a norma dell'art. 39; i cessionari e i committenti, se acquistano i beni o
utilizzano i servizi nell'esercizio dell'impresa, debbono emettere fattura, con le
modalità e nei termini di cui all'art. 21, indicandovi la relativa imposta, determinata
applicando le aliquote corrispondenti alle percentuali di compensazione, consegnarne copia
al produttore agricolo e registrarla separatamente a norma dell'art. 25. Per i produttori
agricoli che esercitano la loro attività esclusivamente nei comuni montani con meno di
mille abitanti e nei centri abitati con meno di cinquecento abitanti ricompresi negli
altri comuni montani individuati dalle rispettive regioni come previsto dall'art. 16 della
legge 31 gennaio 1994, n. 97, Il limite di esonero stabilito nel periodo precedente è
elevato a quindici milioni di lire. I produttori agricoli che nell'anno solare precedente
hanno realizzato un volume d'affari superiore a cinque ovvero a quindici ma non a quaranta
milioni di lire, costituito per almeno due terzi da cessioni di prodotti di cui al comma
1, sono esonerati dalle liquidazioni periodiche e dai relativi versamenti dell'imposta e
debbono assolvere gli obblighi di fatturazione, di numerazione delle fatture ricevute, di
conservazione dei documenti ai sensi dell'art. 39, di versamento annuale dell'imposta e di
presentazione della dichiarazione annuale con le modalità semplificate da determinarsi
con decreto del Ministro delle finanze da adottare ai sensi dell'art. 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400. Le disposizioni dei precedenti periodi del presente comma
cessano comunque di avere applicazione a partire dall'anno solare successivo a quello in
cui sono state superate i limiti rispettivamente di cinque ovvero di quindici e di
quaranta milioni di lire a condizione che non venga superato il limite di un terzo delle
cessioni di altri beni. 1 produttori agricoli possono rinunciare alla applicazione delle
disposizioni del primo, secondo e terzo periodo del presente comma dandone comunicazione
per iscritto all'ufficio competente entro il termine stabilito per la presentazione della
dichiarazione".
- Il D.M. 2
agosto 1969, reca: "Caratteristiche delle abitazioni di lusso".
- Il testo
dell'art. 13 della legge 2 luglio 1949, n. 408, è il seguente:
"Art. 13. - Le case di abitazione, anche se comprendono uffici e
negozi, che non abbiano il carattere di abitazione di lusso, la cui costruzione sia
iniziata entro il 31 dicembre 1953 ed ultimata entro il biennio successivo all'inizio
saranno esenti per venticinque anni dall'imposta sui fabbricati e relative sovraimposte
dalla data della dichiarazione di abitabilità.
Nel termine di sei mesi dalla pubblicazione della presente legge, con
decreto del Ministro per i lavori pubblici, sentito il Ministro per le Finanze, saranno
fissate le caratteristiche per la classifica delle abitazioni di lusso".
- Il testo
dell'art. 29, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con D.P.R. 22 dicembre
1986, n. 917, come modificato dall'art. 3, comma 4, della legge 23 dicembre 1996, n. 662,
è il seguente:
"Art. 29. - 1. Il reddito agrario è costituito dalla parte del
reddito medio ordinario dei terreni imputabile al capitale d'esercizio e al lavoro di
organizzazione impiegati, nei limiti della potenzialità del terreno, nell'esercizio di
attività agricole su di esso.
2. Sono considerate attività
agricole:
a) le attività dirette alla coltivazione del
terreno e alla silvicoltura;
b) l'allevamento di animali con mangimi
ottenibili per almeno un quarto dal terreno e le attività dirette alla produzione di
vegetali tramite l'utilizzo di strutture fisse o mobili, anche provvisorie, se la
superficie adibita alla produzione non eccede il doppio di quella del terreno su cui la
produzione stessa insiste;
c) le attività dirette alla manipolazione,
trasformazione e alienazione di prodotti agricoli e zootecnici, ancorché non svolte sul
terreno, che rientrino nell'esercizio normale dell'agricoltura secondo la tecnica che lo
governa e che abbiano per oggetto prodotti ottenuti per almeno la metà dal terreno e
dagli animali allevati su di esso.
3. Con decreto del Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro
dell'agricoltura e delle foreste, è stabilito per ciascuna specie animale il numero dei
capi che rientra nei limiti di cui alla lettera b) del comma 2, tenuto conto della
potenzialità produttiva dei terreni e delle unità foraggere occorrenti a seconda della
specie allevata.
4. Non si
considerano produttivi di reddito agrario i terreni indicati nel comma 2 dell'art.
24".
Nota all'art. 4:
- Per il testo dell'art. 9,
comma 3, del D.L. 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26
febbraio 1994, n. 133, si rinvia alle note alle premesse.
Nota all'art. 5.
- La legge 15 marzo 1997, n.
59, reca:
"Delega al Governo per il
conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della
pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa".
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