APPALTI E GARE
Busia: urgente intervenire sui prezzi,
non si possono sospendere tutte le gare in corso
23 aprile 2022 - “L’ordinanza di
sospensiva del Tar del Lazio della gara per il primo lotto
del nuovo porto commerciale di Fiumicino conferma quanto
Anac va dicendo da tempo: il prezzo a base di gara non può
prescindere da una verifica puntuale della congruità
rispetto a costi e prestazioni. La guerra in Ucraina e
l’aggravarsi della situazione internazionale rendono ancora
più drammatico l’aumento dei prezzi delle materie prime, già
impennatosi precedentemente. Serve un urgente intervento
normativo per la revisione dei prezzi negli appalti così da
far fronte agli esorbitanti incrementi delle materie prime.
Una sorta di compensazione non soltanto per i lavori
pubblici, ma anche per servizi e forniture". Lo dichiara il
presidente dell'Anac, Giuseppe Busia, commentando lo stop
del Tar del Lazio alla gara per il porto commerciale di
Fiumicino per mancato adeguamento dei prezzi ai rincari
delle materie prime.
"Al riguardo - ricorda - l’Autorità ha
inviato nei mesi scorsi una richiesta formale ai ministri
delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico, e al
Presidente della Quinta Commissione del Senato. I meccanismi
di adeguamento devono funzionare sia al rialzo quando i
prezzi crescono, sia al ribasso, quando si riducono. Non
possiamo pensare alla sospensione di tutte le gare in corso.
Vanno stabiliti con urgenza meccanismi che consentano di
riguadagnare un equilibrio contrattuale, tenendo conto dei
costi reali. Se non lo si fa: o alle gare non partecipa
nessuno, oppure solo chi poi chiederà varianti con aumento
dei prezzi. O accadrà quanto abbiamo visto in questo caso
del Porto di Fiumicino, con l’intervento del Tar che
accoglie il ricorso e sospende la gara".
"In questo momento - avverte Busia - non
dobbiamo illuderci sperando in un risparmio immediato, ma
riconoscere che bisogna avere clausole di adeguamento dei
prezzi che tengano conto dei costi reali, indicizzando i
valori inseriti nel bando di gara. Altrimenti si vanificherà
lo sforzo del Pnrr, perché le gare di appalto andranno
deserte, o favoriranno i “furbetti” che punteranno subito
dopo l’aggiudicazione a varianti per l’aumento dei prezzi.
Molto meglio stabilire dei meccanismi trasparenti e sicuri
di indicizzazione, così da favorire un’autentica libera
concorrenza e apertura al mercato plurale, e serietà in chi
si aggiudica l’appalto".
"Non basta, poi - sottolinea - pensare
alle gare future. Serve intervenire anche per le gare già in
corso. L’incremento dei prezzi delle materie prime ha un
impatto sui contratti in corso e quelli in fase di
aggiudicazione. Per i contratti in corso, le condizioni di
esecuzione possono divenire proibitive per gli operatori
economici se non esistono meccanismi di adeguamento dei
prezzi chiari, che possono essere azionati con tempestività.
Il legislatore, poi ha previsto meccanismi di dettaglio per
la compensazione e per le clausole, ora obbligatorie, di
adeguamento prezzi da inserire nei bandi per i lavori, ma
non per i servizi. Tali meccanismi funzionano nella misura
in cui sono in grado di intercettare correttamente gli oneri
per l’esecuzione. Per quanto concerne i servizi, il
parametro attuale è un indice che funziona bene in periodi
ordinari, non in periodi di turbolenza come quello attuale".
"E' evidente - conclude Busia - che le
attività che richiedono un maggior consumo di prodotti
energetici sono fortemente penalizzate se i meccanismi di
adeguamento dei prezzi sono basati su indici generali.
Occorre notare che il forte incremento dei prezzi dei
prodotti energetici degli ultimi mesi produrrà una spinta
alla crescita dei prezzi dei beni e servizi detti energivori
o che comunque utilizzano molta energia e ciò determinerà
ulteriori spinte sui prezzi e renderà più difficile
proseguire con i contratti in corso senza misure di
compensazione”.
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