APPALTI E GARE
Un miliardo di euro in appalti tenuti
bloccati da Anas
23 aprile 2022 - Un miliardo di euro in
appalti tenuti bloccati da Anas, per lotti banditi prima
della pandemia, ma che non sono stati avviati. E’ quanto ha
accertato l’Autorità Anticorruzione al termine di
un’approfondita istruttoria su tutta una serie di opere
pubbliche pervenute alla fase di aggiudicazione, e non
consegnate nei tempi previsti. Un accurato esame delle opere
appaltate da Anas, che diventa ancor più d’attualità e
interesse in questo momento di fronte a grandi finanziamenti
europei per opere pubblicate, affidate in parte proprio ad
Anas.
I rilievi dell'Autorità
Con la delibera n. 78 Anac ha
severamente stigmatizzato il “sostanziale disattendimento di
Anas” del Decreto Semplificazioni, e ha constatato
“l’inerzia nell’espletamento degli adempimenti
amministrativi e delle procedure di affidamento”. L’Autorità
ha inoltre accertato “la distorta applicazione del Codice
degli Appalti da parte di Anas (per esempio nell’appalto dei
lavori della Tangenziale di Foggia)” e la restrizione della
concorrenza operata dall’Ente statale. Parte delle opere,
contestate da Anac perché di fatto “bloccate”, risultavano
inserite “tra gli interventi infrastrutturali ritenuti
prioritari” dal governo.
La denuncia dell'Ance
L’indagine dell’Autorità è partita da una denuncia dell’Ance
che lamentava il blocco da parte di Anas di alcuni appalti
banditi prima della pandemia e non avviati con grave
sofferenza economica per le imprese del settore. Il
paradosso era che tali opere avevano ottenuto già i
finanziamenti per quasi due miliardi di controvalore
economico, e risultavano ingiustificatamente bloccati da
parte di Anas per inadempienze burocratiche. Un paradosso
ancora più marcato, trattandosi di opere bandite a seguito
del Decreto Legge Semplificazioni, e con un obbligo
temporale preciso per la loro conclusione.
L’indagine dell’Autorità Anticorruzione
“ha appurato che Anas contribuiva al blocco degli appalti
denunciato da Ance per almeno il 50% del valore stimato
dall’Associazione, giungendo ad una cifra complessiva di
circa un miliardo di euro”. Va detto che tale cifra poteva
essere anche superiore, dato che l’indagine di Anac ha
riguardato i soli appalti sopra soglia, e quindi “le risorse
economiche immobilizzate da Anas” ingiustificatamente
potevano nel complesso essere anche superiori.
Blocco gare non legato al Covid
Anas si è giustificata parlando di
“problematiche dell’emergenza Covid, che avevano comportato
esigenze riorganizzative dell’Ente”. In realtà, l’Autorità
Anticorruzione ha appurato che la mancata aggiudicazione di
alcune gare non c’entrava nulla con l’emergenza sanitaria,
ma era dovuta ad altre criticità dell’Ente statale. In
particolare il comparto Anas della Puglia aveva tenuto ferme
gare di anni precedenti allo scoppio della pandemia. Gare
finanziate, appaltate, e non portate avanti.
“Anas non si è adeguatamente attivata per
adempiere compiutamente al dettato della norma e del Decreto
Semplificazioni”, sostiene l’Autorità. “Prioritariamente
emerge la lentezza con la quale si sono svolte le operazioni
di gara e i connessi adempimenti amministrativi, con
conseguenti gravi ritardi nell’assegnazione degli appalti”,
sottolinea Anac. “Si ritiene che il lungo protrarsi delle
operazioni di gara, a causa dell’inerzia di Anas nello
svolgimento delle proprie attività amministrative, possa
aver scoraggiato la partecipazione alle gare degli Operatori
economici fino a causare il ritiro dalla competizione dei
concorrenti partecipanti”. Per l’Autorità Anticorruzione,
ciò costituisce “un vulnus per la concorrenza e, nel
contempo, è causa di danni indotti agli utenti per i
potenziali ritardi nell’esecuzione dei lavori di
manutenzione programmati”.
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