APPALTI E GARE
Anac, Relazione del Presidente Busìa al Parlamento: “Servono stazioni appaltanti
più qualificate”29 giugno 2022 -
Il Presidente dell’Anac, Giuseppe Busìa, ha presentato alla
Camera dei deputati la Relazione annuale dell’attività dell’Autorità
Anticorruzione al Parlamento. Tra i temi affrontati la lotta alla corruzione
attraverso le tecnologie informatiche, i controlli digitali preventivi e
l’incrocio dei dati; la necessità di maggiore semplificazione e trasparenza
nella Pubblica amministrazione; la richiesta di efficienza negli acquisti
pubblici in Italia riducendo e qualificando le stazioni appaltanti.
Controlli digitali e Banca dati Anac
“Con l’arrivo dei 250 miliardi di fondi europei e l’avvio degli appalti,
s’intensifica il rischio di corruzione e di infiltrazioni criminose nel
nostro Paese”, ha detto il presidente Busìa. “Le nuove sfide del malaffare
ci spingono ad usare armi nuove per combattere corruzione, spreco di denaro
pubblico, infiltrazioni criminose negli appalti. Strategico è l’utilizzo in
modo innovativo delle tecnologie informatiche, con l’incrocio dei dati nella
Banca Dati, che contiene oltre 60 milioni di appalti e tutte le informazioni
sulle imprese appaltanti. Sono questi gli strumenti più efficaci nel
prevenire e combattere la cattiva amministrazione: controllo digitale
preventivo, monitoraggi, amministrazione trasparente”.
Semplificazione e trasparenza
“Per combattere la corruzione, ma soprattutto per una Buona Amministrazione,
servono trasparenza e semplificazione”, ha dichiarato il presidente Busìa.
“Troppi adempimenti, troppe leggi spesso scritte male, troppe complicazioni
burocratiche frenano il Paese e rendono estremamente difficoltosa la vita
quotidiana delle persone, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche”.
Per questo Anac ha posto la semplificazione come una linea guida del proprio
agire. Innanzitutto semplificando gli oneri di pubblicazione, a legislazione
vigente, soprattutto per gli enti pubblici di minori dimensioni. Anac sta
lavorando, poi, sulla realizzazione del Portale Unico della Trasparenza,
concepito come il luogo digitale, aperto al pubblico, che conterrà le
informazioni essenziali sull’attività di tutte le pubbliche amministrazioni
italiane, una sorta di finestra aperta non solo al controllo, ma alla
partecipazione di tutti i cittadini”.
Più efficienza della Pubblica Amministrazione: riforma delle stazioni
appaltanti
“Una maggiore efficienza e modernizzazione del sistema degli appalti in
Italia resta, però, imprescindibile senza una profonda riforma e
qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza,
che è peraltro uno degli obiettivi strategici nel Pnrr. Tra le cause di
inefficienza e di sprechi di risorse pubbliche, nonché di possibile
corruzione, vi è senza dubbio la scarsa professionalizzazione di chi
acquista, e l’eccessiva dispersione dei soggetti acquirenti in un numero
altissimo e non funzionali di stazioni acquirenti. Anac ha individuato i
criteri per la qualificazione delle stazioni appaltanti, delineando aspetti
di qualità, efficienza, professionalizzazione, che portino ad un
accorpamento della domanda, e ad una riduzione conseguente del loro numero.
In sostanza, chi è in grado di fare acquisti per dimensioni e capacità
professionali, procederà ad acquistare. Gli altri saranno spinti ad
accorparsi, o a rivolgersi a quelle in grado di farlo. Oggi in Italia
esistono più di 39.000 stazioni appaltanti e centrali di committenza, con
oltre 100.000 centri di spesa, dove ciascuno bandisce gare e gestisce
appalti, pur senza averne le competenze economiche, informatiche e
dimensioni operative di scala per spuntare prezzi favorevoli e svolgere le
gare al meglio per l’interesse pubblico.
Troppi affidamenti diretti, così si aggira il Codice dei Contratti
“La trasparenza non rallenta gli appalti, ma evita che si creino aree di
opacità che penalizzano le imprese sane e riducono la concorrenza”, ha
dichiarato Busìa.
“La legge delega per il nuovo Codice degli Appalti dovrà traghettare
verso un quadro normativo chiarificato, in cui si auspica che siano
abbandonati taluni eccessi dettati dalle finalità della normativa
emergenziale, dando nuovo impulso alla concorrenza e alla migliore
gestione e spesa del denaro pubblico. A maggior ragione considerando che
il settore dei contratti pubblici nel 2021 ha visto una crescita con un
aumento della spesa pubblica - registrato nel 2022 – pari a 199,4
miliardi di euro”.
Come effetto dei decreti “Semplificazione”, sul piano delle gare, nel
2021 si è registrato un notevole aumento di affidamenti diretti: le
procedure aperte indette nel 2021 sono state circa il 18,5% delle
procedure totali mentre nel 37,1% e nel 37,6% dei casi (per un totale di
74,7%) le stazioni appaltanti sono ricorse rispettivamente a procedure
negoziate senza pubblicazione del bando e all’affidamento diretto.
“Occorre tornare alla gara aperta, al libero mercato, alla scelta dei
migliori attraverso la gara, e non con appalti decisi per via
discrezionale”, ha esortato Busìa. Merito e competenza nelle assunzioni della Pubblica Amministrazione
“Per una Pubblica Amministrazione qualificata ed efficiente
occorrono politiche di rinnovamento generazionale dei funzionari
pubblici, in grado di attrarre i migliori talenti, premiando merito
e competenza, rafforzando così il vero capitale delle
amministrazioni”, ha affermato il Presidente Busìa. “Le persone
capaci non solo adempiono correttamente ai propri compiti, ma sono
anche in grado di vigilare e di operare al servizio del bene comune,
consci del proprio valore, senza essere tentati di sopperire alle
proprie mancanze sottomettendosi a richieste irricevibili.
Ben vengano, dunque, gli sforzi con i quali si sta cercando di far
fronte alle gravi carenze di organico. Attenzione, però, ad evitare
che l’accelerazione delle procedure di reclutamento finisca per
pesare sul rigore delle selezioni e, quindi, influire sulla qualità
dell’agire pubblico nel lungo termine. In questo senso, appaiono
poco lungimiranti alcune proposte, anche recenti, di stabilizzare
per legge i dirigenti, scelti unicamente su decisione discrezionale
del vertice politico o amministrativo, al di fuori delle selezioni
concorsuali, privilegiate invece dalla nostra Carta fondamentale”.
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