OPERE PUBBLICHE
Opere incompiute: mancanza di fondi e
problemi tecnici le cause dei blocchi
12 luglio 2022 - Pubblicato
l’aggiornamento dell’Anagrafe delle Opere Incompiute al 31
dicembre 2021. Diminuiscono le opere incompiute di
competenza delle amministrazioni centrali (-42,3%) e i fondi
necessari per il loro completamento scendono da 1,5 mld a
428 Mln.
Il Ministero delle Infrastrutture e della
Mobilità Sostenibili (Mims) ha pubblicato nella sezione del
Servizio Contratti Pubblici (SCP) del sito istituzionale,
l’aggiornamento del Sistema Informativo di Monitoraggio
delle Opere Incompiute (SIMOI), nel quale vengono inseriti
annualmente gli elenchi delle opere pubbliche non completate
facenti capo alle amministrazioni centrali e territoriali.
Dall’elenco emerge che al 31 dicembre 2021 le opere
incompiute erano pari a 379, in calo rispetto alle 443
(-14,4%) della fine del 2020, anno in cui si era già
registrata una diminuzione rispetto all’anno precedente. Per
quanto riguarda le opere di competenza delle amministrazioni
centrali, quelle incompiute scendono da 26 a 15 (-42,3%),
mentre quelle relative alle amministrazioni locali si
riducono da 417 a 364 (-12,7%).
L’importo degli interventi necessari per
completare le opere è pari a circa a 1,2 miliardi di euro,
con una riduzione del 45,7% rispetto al valore del 2020. Più
in dettaglio, i valori complessivi delle opere di competenza
delle amministrazioni centrali si riducono del 55,9%,
passando da 1,5 miliardi di euro circa a 656 milioni di
euro, mentre quelli necessari per l’ultimazione dei lavori
scendono da 1,5 miliardi di euro a 428 milioni (-71%). Per
quanto riguarda le opere di competenza delle amministrazioni
locali, l’importo diminuisce solo marginalmente, da 1,3
miliardi di euro a 1,2 miliardi (-7,7%), mentre quello
necessario a completarle aumenta da 782 milioni di euro a
827 milioni (+5,7%).
Dal 2021 è stata inserita nella
rilevazione l’informazione sulle cause che hanno determinato
il mancato completamento delle opere. Risulta che, in 153
casi (40%) la mancanza di fondi è la causa dell’interruzione
del processo di completamento dell’opera, in 115 casi (30%)
si rilevano problemi tecnici, per 69 opere (18%) la causa è
stata il fallimento, recesso o risoluzione contrattuale
dell’impresa, 21 opere (6%) sono state interrotte per
sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge,
per 15 opere (4%) si riscontra un mancato interesse al
completamento, mentre per 6 opere (2%) concorrono più cause
contemporaneamente.
Nel corso del 2021, il Mims e le Regioni
hanno prestato particolare attenzione alla rilevazione delle
opere incompiute prevista dall’art. 21 del D.lgs 50/2016, il
quale prevede l’obbligo di inserimento delle stesse nel
programma triennale dei lavori pubblici al fine di
prevederne il completamento oppure l’individuazione di
soluzioni alternative, tra cui il parziale riutilizzo, la
cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di
altra opera pubblica, la vendita o la demolizione. Tale
obbligo è in vigore a decorrere dal triennio di
programmazione 2019-2021, così come previsto dal Decreto MIT
n. 14 del 16 gennaio 2018.
In base alle norme vigenti, entro il 31
marzo di ciascun anno le stazioni appaltanti, gli enti e
altri soggetti aggiudicatori individuano le opere incompiute
di rispettiva competenza e trasmettono la lista al Mims.
Anche in seguito della richiesta del Ministero di dedicare
particolare attenzione al tema, i dati del 2021 relativi ad
alcune Regioni presentano variazioni particolarmente
significative, ad esempio, in termini di oneri per il
completamento dell’opera.
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