SVILUPPO E TERRITORIO
L'Anas torna a
investire: riparte l'industria dell'asfalto
6 novembre 2019 - La
fotografia emerge dalla nuova analisi trimestrale pubblicata
dall'associazione Siteb e riportata da Affari&Finanza, il
settimanale di economia de La Repubblica
Per anni ha ripetuto
Michele Turrini, presidente della Siteb l'associazione dei
produttori di asfalto (conglomerato bituminoso) la
situazione delle strade italiane era preoccupante, si stava
investendo troppo poco. Quest'anno finalmente Siteb plaude
alla ripresa dei lavori che dovrebbero rimettere in
sicurezza le carreggiate del Paese.
Lo riporta
Affari & Finanza, il settimanale di economia de La
Repubblica.
Il cambiamento, sottolinea
Turrini, è sotto gli occhi. La quantità di prodotto venduto
per costruire nuove arterie o per fare le manutenzioni
necessarie è aumentata. Ad agosto si segnava un
+17 per cento di asfalto
messo su
strada. E le previsioni per fine anno parlano di 30
milioni di tonnellate, un livello mai toccato negli ultimi
tredici anni, anche sedi gran lunga inferiore alle quantità
che si producevano prima della grande crisi, quando le
tonnellate erano 40 milioni. Il 2019 non è ancora terminato
ma il valore di produzione e posa, è già stato stimato
intorno ai 2 miliardi di euro in aumento dell'11 per cento.
La ripartenza è in buona parte merito degli
investimenti di Anas. Dopo un lungo periodo di
stallo, causato anche da un riassetto interno, l'ente ha
ricominciato a erogare i fondi necessari per finanziare i
cantieri. Restano fermi invece i lavori nelle strade
provinciali, in alcuni grandi comuni come Roma e nei piccoli
centri alle prese con forti problemi di bilancio. Colpa di
una normativa farraginosa che frena la piena ripresa delle
attività, si legge nell'analisi trimestrale di Siteb.«Auspichiamo
che il Governo — sottolinea il presidente Michele
Turrini — inserisca quanto prima nella propria
agenda la necessità di un imponente piano per rendere più
sicure le infrastrutture italiane, ponti, strade e
cavalcavia, a garanzia di tutti coloro che viaggiano». Anche
perché prosegue: «La rivoluzione tecnologica di cui
tanto si parla, legata alla mobilità con smart road, guida
autonoma e veicoli elettrici ha necessità di una rete
stradale sicura». Secondo Turrini negli ultimi
dieci anni il mancato investimento di circa 10 miliardi di
euro in manutenzione ha compromesso in modo serio il nostro
patrimonio stradale, provocandone il graduale
deterioramento, in alcuni casi ora sono necessari interventi
di rifacimento strutturale molto costosi: «Le arterie
comunali e provinciali sono quelle che necessitano di un più
urgente e immediato intervento. Per riparare a questi errori
oggi stimiamo occorrerebbero 40 mld di euro di investimenti
sulle strade». Secondo l'Associazione, restando sugli
attuali livelli di produzione di asfalto ci vorranno tra i
12 e i 15 anni per rimettere in sicurezza tutte le strade e
ne servirà il doppio per rifare almeno una volta tutti i
600.000 chilometri della rete stradale italiana.
Fonte:
ANAS |
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