OPERE PUBBLICHE
Nominati i Commissari per lo sblocco di 57
opere pubbliche per un investimento stimato di circa 83 mld
16 aprile 2021 – Ventinove Commissari
straordinari sono stati nominati per gestire 57
opere pubbliche da tempo bloccate a causa di
ritardi legati alle fasi progettuali ed esecutive e alla
complessità delle procedure amministrative. Si tratta di 16
infrastrutture ferroviarie, 14 stradali, 12 caserme per la
pubblica sicurezza, 11 opere idriche, 3 infrastrutture
portuali e una metropolitana, per un valore complessivo di
82,7 miliardi di euro (21,6 miliardi al
Nord, 24,8 miliardi al Centro e 36,3 miliardi al Sud)
finanziate, a legislazione vigente, per circa 33 miliardi di
euro. Il finanziamento sarà completato con ulteriori risorse
nazionali ed europee, compreso il Next Generation EU [1].
Con i Dpcm firmati dal Presidente del
Consiglio dei Ministri, a seguito del parere positivo
espresso dalle commissioni competenti di Camera e Senato,
parte ufficialmente l’iter previsto dal decreto-legge n.76
di luglio 2020, anche se diversi Commissari hanno già
avviato le attività. In questo modo sarà possibile
accorciare i tempi di realizzazione di importanti interventi
infrastrutturali attesi da anni in diverse aree del Paese,
soprattutto nel Mezzogiorno. I Commissari sono figure di
alta professionalità tecnico-amministrativa, immediatamente
operative, scelte per assicurare la migliore interlocuzione
con le stazioni appaltanti di ANAS e RFI e con le varie
amministrazioni pubbliche coinvolte. Solo in un caso, come
previsto da una delibera Cipe, è stato nominato commissario
straordinario il Presidente della Regione Siciliana.
“E’ un passo importante per il
rilancio delle opere pubbliche in Italia. Si tratta di
infrastrutture attese da tempo da cittadini e imprese, in
gran parte già finanziate”, commenta il
Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili,
Enrico Giovannini.
“L’attuazione delle opere commissariate determinerà anche
importanti ricadute economiche e occupazionali. Considerato
che una parte significativa delle opere è localizzata al
Sud, ci aspettiamo impatti positivi in termini di riduzione
del gap infrastrutturale tra i territori del nostro Paese.
In due mesi abbiamo completato un processo che era fermo da
tempo, ma ora occorre procedere velocemente all’attuazione
dei cronoprogrammi e a tal fine intendo incontrare al più
presto i commissari. Il Ministero monitorerà trimestralmente
la realizzazione delle diverse fasi, così da rimuovere
tempestivamente eventuali ostacoli”.
Per quanto riguarda le tipologie di
interventi soggetti a commissariamento, le
infrastrutture ferroviarie hanno un valore di 60,8 miliardi,
quelle stradali 10,9 miliardi, i presidi di pubblica
sicurezza 528 milioni, le opere idriche 2,8 miliardi, le
infrastrutture portuali 1,7 miliardi, la metropolitana 5,9
miliardi. Per accelerare la realizzazione di tali
interventi, a dicembre 2020 è stato firmato con le
organizzazioni sindacali un Protocollo d’intesa che prevede
l’ottimizzazione dei turni di lavoro su 24 ore.
Diverso è lo stato di attuazione delle
infrastrutture. Per alcune opere il commissariamento
consentirà di avviare la progettazione, per altre l’avvio in
tempi rapidi dei cantieri. Sulla base dei cronoprogrammi
disponibili, nel corso del 2021 si prevede
l’apertura di 20 cantieri, cui se ne aggiungeranno 50 nel
2022 e ulteriori 37 nel 2023. La realizzazione
delle opere commissariate avrà una ricaduta significativa
sui livelli occupazionali: secondo una valutazione condotta
da RFI e Anas, l’impatto occupazionale delle sole
opere ferroviarie e stradali è valutabile in oltre 68.000
unità di lavoro medie annue nei prossimi dieci anni,
con un profilo crescente fino al 2025, anno in cui si stima
un impatto diretto sull’occupazione di oltre 100.000 unità
di lavoro.
Quelle che vengono “sbloccate” sono opere
caratterizzate da un elevato grado di complessità
progettuale, da una particolare difficoltà esecutiva o
attuativa, da complessità delle procedure
tecnico-amministrative ovvero che comportano un rilevante
impatto sul tessuto socioeconomico a livello nazionale,
regionale o locale. Alcune delle opere erano in parte già
pianificate nel documento “Italia veloce”, allegato al
Documento di Economia e Finanza 2020 e trovano
corrispondenza anche nella proposta del Ministero delle
Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per il Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Tra le
opere ferroviarie principali oggetto del
commissariamento si segnalano: le linee AV/AC
Brescia-Verona-Padova, Napoli-Bari, Palermo-Catania-Messina;
il potenziamento delle linee Orte-Falconara e Roma-Pescara;
la chiusura dell’anello ferroviario di Roma; il
potenziamento con caratteristiche di AV della direttrice
Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia. Tra le opere
stradali principali rientrano: la SS Ionica 106; la
E 78 Grosseto-Fano; la SS 4 Salaria e la SS 20 del Colle di
Tenda; la SS 16 Adriatica; la SS 89 Garganica. I
presidi di pubblica sicurezza verranno realizzati a
Palermo, Catania, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Bologna,
Genova e Milano. Gli altri interventi
riguardano l’Acquedotto del Peschiera e numerose dighe in
Sardegna, i porti di Genova, Livorno e Palermo.
“Come annunciato in Parlamento –
aggiunge il Ministro Giovannini – proporrò
nelle prossime settimane una nuova lista di opere da
commissariare, ma bisogna ricordare che il commissariamento
è un atto straordinario. Per questo, abbiamo elaborato una
serie di interventi normativi e procedurali volti a
ridefinire le regole esistenti per la realizzazione delle
infrastrutture, a partire da quelle previste nel Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Commissione che
abbiamo istituito alcune settimane fa con Il Ministro
Brunetta ha completato i suoi lavori e le numerose proposte
formulate per rendere più veloci i percorsi di tutte le
opere pubbliche sono ora al vaglio dei competenti uffici”.
I Commissari straordinari, cui spetta ogni
decisione per l'avvio o per la prosecuzione dei lavori,
provvedono all'eventuale rielaborazione e approvazione dei
progetti non ancora appaltati, insieme ai Provveditorati
interregionali alle opere pubbliche e mediante specifici
protocolli per l'applicazione delle migliori pratiche. È
previsto che l'approvazione dei progetti da parte dei
Commissari, d'intesa con i Presidenti delle regioni
territorialmente competenti, sostituisca a effetto di legge
ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti
per l'avvio o la prosecuzione dei lavori, salvo che per
quelli relativi alla tutela ambientale e dei beni culturali
e paesaggistici, per i quali è definita una specifica
disciplina.
Per l'esecuzione degli interventi, i
Commissari straordinari possono assumere direttamente le
funzioni di stazione appaltante e operano in deroga alle
disposizioni di legge in materia di contratti pubblici,
fatto salvo il rispetto di una serie di principi e di
disposizioni, tra cui quelli relativi all’aggiudicazione e
l’esecuzione di appalti e concessioni, alla sostenibilità
energetica e ambientale, al conflitto di interesse. Inoltre,
un ulteriore limite è quello relativo alle disposizioni del
codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione e
del subappalto.
[1] L’inclusione
nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) di alcune
delle opere oggetto di commissariamento spiega l’aumento del
valore finanziario dell’operazione in quanto consente di
ampliare e potenziare alcuni progetti.
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